lunedì 15 aprile 2024

Contro ogni guerra domani torniamo a Ghedi

Sono ormai oltre mille e 100 e crescono di ora in ora le adesioni alla lettera aperta degli insegnanti bresciani contro l’evento “Mettiamo le ali ai nostri sogni”, organizzato alla base militare di Ghedi per martedì 16 aprile e caldeggiato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito che, per il tramite dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia e dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Brescia, a marzo aveva fatto pervenire a tutte le scuole bresciane di ogni ordine e grado, dall’infanzia alle superiori, l’invito a partecipare a questa singolare “Giornata per le Scuole” che prevede una mostra di velivoli a terra e l’esibizione in addestramento delle Frecce Tricolori.
In pochi giorni da tutta la provincia è stato un coro di no, a cui si sono unite anche diverse associazioni cattoliche e laiche. Con esse martedì a Ghedi ci saranno molti di questi docenti, sin dal primo mattino, per riaffermare pacificamente che “l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, come insegnano in aula nelle ore di Educazione Civica inverando il dettato costituzionale. Alle ore 10 il clou della manifestazione prevede un momento di riflessione silenziosa organizzato in particolare dalle Donne In Cammino Per La Pace che – come di consueto – invitano a visualizzare l’opposizione integrale alla guerra “con abito nero, uno straccio bianco al braccio e un pensiero di pace scritto su un piccolo pezzo di stoffa da mettere sul corpo”.
Davanti ai cancelli dell’aerobase militare ci sarà anche don Fabio Corazzina, il sacerdote di Camignone che da tempo è una delle voci più originali dell’impegno attivo per la nonviolenza in Italia.
“In questo anno scolastico - racconta in un appello di adesione all’iniziativa del personale della scuola - ho incontrato quasi 50 classi con progetti e laboratori di educazione alla cittadinanza, alla pace, alla convivenza, alla gestione dei conflitti e a quella legalità che ha il sapore della Costituzione e del diritto internazionale”, giudicando “inutile e dannoso fare credere alle giovani generazioni che scegliere la pace e il bene dei popoli possa convivere con la scelta di un riarmo luccicante e di una minaccia incombente dall’amaro sapore nucleare”.
“Ma non ci vergogniamo, noi adulti” osserva. “Invitiamo i ragazzi a fare festa in luoghi di morte, a confondere il tricolore costituzionale con uno stendardo di guerra, a valorizzare i Tornado e gli F35, cacciabombardieri di capacità nucleare, come servizio al Paese e alla pace, a confondere l’eccellenza italiana con la sua capacità militare e bellica, a cogliere l’occasione per proporre la succulenta professione militare come realizzazione personale”.

domenica 7 aprile 2024

Il 5 per mille al Movimento Nonviolento

Lanciamo un appello ai contribuenti perché, in occasione dell’annuale compilazione della denuncia dei redditi, versino il 5 per mille al Movimento Nonviolento per finanziarne le attività contro le guerre e le violenze che insanguinano il pianeta.
Da oltre 60 anni il Movimento Nonviolento utilizza i fondi ricevuti per organizzare quotidianamente iniziative per la pace, il disarmo, le obiezioni di coscienza, l'opposizione agli insediamenti militari e alle industrie belliche, l’educazione alla mondialità, la difesa della salute dell’ambiente e dei cittadini.
Gli interessati possono trascrivere il codice fiscale del Movimento Nonviolento, 93100500235, nell’apposita casella della dichiarazione dei redditi. 
Per informazioni si può scrivere alla sede bresciana in via Milano 65 in città oppure una mail all'indirizzo movimentononviolento.bs@alice.it o telefonare al numero 328.9683409.

venerdì 5 aprile 2024

Morte di un antieroe

Trent'anni fa a Seattle moriva suicida Kurt Cobain, indimenticata icona del grunge di fine secolo.
Lo ricordiamo con una poesia inedita scritta da Flavio Marcolini nelle convulse e drammatiche ore del ricovero del frontman dei Nuirvana a Roma il mese prima, dopo una overdose da farmaci e champagne.

Come sta Kurt Cobain?

Treno. Alla stazione secondaria
pendolarismi quotidiani,
Niente a che vedere
con la mitica Seattle
ma, scusi signore,
come sta Kurt Cobain?

Paesaggi contorti
come lamiere al sole
si vedon dal vagone
scintillar per l’aria.
Accidenti, cos’è?
Come sta Kurt Cobain?

Quella fanciulla suasiva
profumava davvero
come uno spirito giovane
la domenica della marcia
e chissà se ora lei sa
come sta Kurt Cobain?

Giovani madri affaccendate
con figlie da crescere bene,
allontanate la mente
dalle confezioni di Roipnol
senza chiedervi nemmeno
come sta Kurt Cobain? 

4 marzo 1994

mercoledì 3 aprile 2024

Propaganda militarista per le scuole alla base di Ghedi: la protesta si estende

Agli oltre 300 docenti che in un appello protestano contro l’evento dell'Aeronautica Militare “Mettiamo le ali ai nostri sogni”, in programma alla base di Ghedi martedì 16 aprile, giunge un profluvio di plausi.
Dalla storica sede di via Milano 65, Claudia Capra del Movimento Nonviolento è lapidaria nel “condannare il proliferare nelle scuole di proposte formative che danno dell'esercito una immagine distorta e accattivante mistificando il suo reale ruolo di oppressione, violenza e asservimento all'industria bellica: negli attuali scenari di guerra, dovrebbe essere compito della scuola sollecitare una riflessione sulle cause dei conflitti, promuovendo modelli alternativi di difesa e una cultura di pace, per attuare la Costituzione che ripudia la guerra”.
Anche Lidia Cattozzo, Lina Gogna e Teresa Ciarrocchi (“Donne in rete per la pace”) si richiamano “alla Costituzione per esprimere dissenso verso una iniziativa che sotto l'ombrello della formazione in realtà promuove l'avvicinamento dei ragazzi al mondo della guerra e delle armi. Diciamo no a una scuola che assiste allo stravolgimento di ogni valore in nome di un innominabile fascino per le armi e per la risoluzione violenta dei conflitti, per lo più in un momento particolarmente buio dove un Occidente che taglia su scuola e sanità, per armarsi sempre più, sembra volersi contrapporre a una parte del mondo da dove fuggono a migliaia i profughi vittime di guerre sostenute e finanziate dai potenti”.
Sulla stessa linea Alfredo Mori e Santina Scarpignato del Movimento internazionale per la riconciliazione: “Sottoscriviamo la lettera degli insegnanti poiché affonda le radici nella nonviolenza organizzata, che da 50 anni testimoniano a Brescia”.
Sul fonte politico l’on. Gian Antonio Girelli in una nota giudica “non opportuna l’iniziativa del Ministero, che tende a caricare di un significato informativo e di indirizzo verso la scelta di vita militare la visita alla base e l’esibizione delle Frecce Tricolori”.
“Senza demonizzare chi fa la scelta di questa professione”, il parlamentare ritiene che essa “non possa essere presentata dalle autorità scolastiche come una delle possibili scelte di carriera, ulteriore segnale di un ministro del tutto inadeguato, con un’idea di futuro distante dalle speranze che dovrebbero caratterizzare i giovani. Il Governo si impegni piuttosto alla costruzione di una difesa comune europea, vera necessità storica che passa per una unità di intenti nello scongiurare ogni guerra, ed eviti di strizzare l’occhio a vecchie idee nazionalistiche basate sulla presunta forza militare”.
“Questa lettera contro quello che si presenta come l'invito agli studenti a prendere parte a una adunata paramilitarista - osserva Dino Greco per la neonata lista “Pace Terra Dignità” - è ciò che ogni scuola dovrebbe fare per educare al ripudio della guerra e alla solidarietà fra i popoli. Sta avvenendo il contrario: governanti e fabbricanti di armi stanno somministrando dosi non omeopatiche di retorica guerrafondaia, spacciando per ‘sogni di futuro’ e ‘orizzonti di gloria’ una pseudocultura di morte: le terribili immagini dello sterminio a Gaza, la guerra in Ucraina e in altre decine di teatri dovrebbero suscitare la mobilitazione popolare nel nome del più solenne ‘No alla guerra’, un obiettivo a cui davvero ispirare i sogni dei giovani”.
“A fianco degli insegnanti” si schiera infine in un comunicato anche Sinistra Italiana, ritenendo “la scuola portatrice di valori come solidarietà e inclusione, mentre l’attività dal titolo decisamente poco attinente, ‘Mettiamo le ali ai nostri sogni’, risulta in palese contrasto con i principi fondativi del nostro sistema di istruzione, fra i quali la legge 107/2015 individua tra gli obiettivi che le scuole devono perseguire ‘lo sviluppo delle competenze in materia di cittadinanza attiva e democratica attraverso la valorizzazione dell’educazione interculturale e alla pace’”.

martedì 2 aprile 2024

La scuola diserta la guerra

Un coro di protesta si leva dalle scuole bresciane alla notizia che la base militare di Ghedi ha intenzione di organizzare martedì 16 aprile per gli studenti la manifestazione “Mettiamo le ali ai nostri sogni” per promuovere il patrimonio di storia e professionalità espresso dall'Arenautica Militare, dal Sesto Stormo e dalla Pattuglia Acrobatica delle Frecce Tricolori.
Grazie al tam tam sui social, nonostante le scuole siano chiuse per le vacanze pasquali, oltre duecento insegnanti di decine di istituti di ogni ordine e grado hanno firmato una lettera aperta scritta dalla loro collega Patrizia Londero dell’Istituto Bazoli-Polo di Desenzano, dal titolo “Il fascino indiscreto della guerra”,
“Mentre assistiamo impotenti allo sgretolarsi del diritto umanitario in numerose zone del mondo, allo stravolgimento di paesi e popoli colpiti da armi di cielo e di terra che generano fame e migrazioni spesso senza speranza – scrivono i docenti - vediamo un fiorire di iniziative frutto anche dello zelo ministeriale che esortano le scuole a far partecipare gli alunni a uscite didattiche aventi per oggetto visite a mostre d'armi, a basi militari, a parate, ad addestramenti, ad alza-bandiera, a incontri con l'esercito”.
Segnalano infatti che il Ministero ha fatto pervenire a tutte le scuole di Brescia e provincia una circolare con l’invito alla “Giornata per la scuola del 16 aprile, in occasione dell'esibizione della Pattuglia Acrobatica Frecce Tricolori a Ghedi, con la finalità di promuovere i valori che ispirano il servizio al Paese e il patrimonio della nostra cultura aeronautica”
“Per i contenuti e l'ufficialità - essi la ritengono - un'ingiunzione dall'alto che non può non stridere con quanto per anni si è cercato di costruire nei percorsi di Educazione civica a scuola con i ragazzi, stimolando discussioni su culture di sopraffazione e di violenza che portano direttamente a quella delle armi, in linea con le finalità generali dei Programmi ministeriali che non prescindevano da valori come convivenza pacifica, democratica, centrata sul confronto e sul dialogo”.
Ricordano che quella di Ghedi è “una base militare da cui più volte si sono alzati in volo aerei con il loro carico di morte da riversare su paesi come Iraq nel 1991 e Serbia nel 1999 e dove sono custodite armi a testata nucleare, che gli F35 dislocati nella base sono abilitati a trasportare e utilizzare”.
“Al di là dei volteggi acrobatici e delle scie tricolori che dovrebbero attirare il pubblico”, stigmatizzano “l'alto tasso di inquinamento acustico e dell'aria”.
“Di che emozioni e sogni parla il Ministero?” si chiedono questi insegnanti. “Sono forse i brividi adrenalinici dell'incolumità a rischio che dovrebbero suscitare emozioni? Ma per la gloriosa pattuglia acrobatica non sta bene parlare di rischio. Sono troppo bravi. Fanno sognare. Stupefacente se non fosse inaccettabile la chiosa metaforica finale: ‘Mettere ali al proprio futuro’. Non solo si dovrebbero prelevare i ragazzi da scuola per trasferirli a Ghedi, ma il ministro vorrebbe che da questa visita traessero ispirazione per la loro futura professione. Verso quali orizzonti di gloria li vorrebbe spingere?”.
E concludono chiedendo di “solidarizzare con chi condanna questa pericolosa proliferazione di proposte formative a sfondo militare, per dichiarare con forza l'urgenza della costruzione di scuole di pace, coltivando con i ragazzi occasioni di solidarietà con chi vive in zone di guerra, di conoscenza del dramma della guerra e delle sue vittime, di aiuti concreti per coloro a cui la guerra ha distrutto tutto. Curare le ferite, aiutare a ricostruire: ci sarebbe bisogno di leggere circolari che parlino di questo”.
Per informazioni e adesioni si può scrivere entro lunedì 8 aprile alla mailbox donneinreteperlapace.desenzano@gmail.com.


mercoledì 27 marzo 2024

Ogni governante che parla di vittoria

Ogni governante che parla di vittoria
intende dire che vuole altre stragi.

Ogni governo che manda armi in guerra
fa uccidere altri esseri umani.

Ogni stato che ha un esercito
è un'organizzazione per commettere stragi.

Ogni persona che fa propaganda alla guerra
vuole che altre persone siano uccise.

Occorre abolire le guerre gli eserciti le armi
salvare le vite è il primo dovere.

martedì 26 marzo 2024

Il ladro lo sa

Il ladro lo sa che rubare
non serve a niente
che prima o poi al gabbio si finisce
che i quattro baiocchi che metti in saccoccia
colano subito dai buchi dei calzoni
che niente resta e che alla fine dei giorni
t'appiccano a un legno insieme al messia.

domenica 24 marzo 2024

Free Leonard Peltier!

Anche noi aderiamo all'appello di Amnesty International che richiede con urgenza un provvedimento di clemenza del Presidente degli Stati Uniti d'America che restituisca la libertà a Leonard Peltier, illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni detenuto innocente, condannato all'ergastolo per crimini che non ha mai commesso, sulla base di prove dimostratesi false e di testimonianze dimostratesi altrettanto false (come universalmente noto e riconosciuto dallo stesso pubblico ministero che sostenne all'epoca l'accusa e che da anni chiede anch'egli la concessione della grazia per Leonard Peltier).
Ricordando che la sua liberazione negli scorsi anni è stata chiesta da personalità illustri come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, John Lennon, da numerose altre persone insignite del Premio Nobel per la Pace, da figure prestigiose come il Dalai Lama e papa Francesco, nonché dalla Commissione giuridica dell'Onu costituita ad hoc per riesaminare la sua vicenda giudiziaria, dal Parlamento Europeo, da numerose altre istituzioni pubbliche internazionali, statali e locali di tutto il mondo, esigiamo che Leonardo Peltier venga finalmente liberato.